Giocare le storie con Beniamino Sidoti

Oggi faccio il libraio informatico, e consiglio di dare un occhiata a questo nuovo volume di Beniamino Sidoti, il cui titolo, per altro, si "intona" perfettamente a questo blog: Eccetera, giocare con le storie per viverle, capirle, cambiarle insieme edito dalle Edizioni La Meridiana. Sidoti è un autore che non ha bisogno di presentazioni nel panorama ludico italiano; uno dei rari personaggi del nostro Paese, di buon livello culturale, che si sia occupato anche di giochi di ruolo (i suoi interessi ludici e pedagogici sono molteplici). Oltre a lui mi viene in mente solo Luca Giuliano. Ciò che mi ha maggiormente colpito è che, leggendo la quarta di copertina disponibile nell'anteprima del libro, mi è subito venuto in mente un gdr in particolare, ovvero Avventure in Prima Serata: il concetto è lo stesso, si gioca per vedere insieme che cosa succede. Questo il passaggio rivelatore:

Questi giochi, e le storie che ne emergono, non girano intorno alla performance individuale, quanto al risultato collettivo: si mette qualcosa al centro e tutti si lavora insieme. In nessun gioco il risultato è atteso: e quello che emerge cambia dal gruppo, e nel gruppo torna.

Se gli obiettivi e le caratteristiche dei gdr nuovi cominciano a incrociarsi con riflessioni culturali e pedagogiche di ampio respiro, forse possiamo avere in questo una conferma che sono i frutti del game design moderno a poter effettivamente traghettare questo particolarissimo ambito ludico, che è il gdr, fuori dalla stagnante marginalità sociale nel quale languisce. E' questo l'approccio vincente, anche per una presentazione che vada al di là dei gruppi ristretti di giocatori accaniti. La mia esperienza di ex-giocatore accanito di gdr tradizionali mi dice che la risposta è sì; e anche se la mia esperienza è una goccia nel mare, di sicuro relativa, io sono convinto che se c'è un futuro per quest'hobby non sta in D&D and company ma in giochi come Dungeon World o Aips. Magari la mia è una conclusione affrettata e un po' entusiasta; forse è solo un intuizione passeggera, ma le somiglianze semantiche sono impressionanti (come se allo stesso risultato si potesse arrivare da altre strade). Di sicuro in questo compito di de-marginalizzazione  il gdr tradizionale (compreso in tutte le sue forme di auto-esplicitazione: pubblicità, modalità di diffusione editoriale, presenza nei negozi, accoglienza sociale nei gruppi) ha abbondantemente ceduto il passo: anzi, si può dire senza tema di venir smentiti che, non sempre ma spesso, ha prodotto un ambiente quanto mai ostile alla dialettica, arroccato in un elitario corporativismo nostalgico.

P.S.: questo lo dico per "alcuni" editori. Ma perchè non sottoporre all'analisi di personaggi come Sidoti giochi seminali come Psi*Run o Aips? La butto lì... magari nel contesto tranquillo e rilassato di qualche convention.

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